Invecchiare

da | Gen 28, 2025 | Editoriale

Heather Parisi

Non mi spaventa la vecchiaia, no. Non mi fanno paura le rughe, né i capelli bianchi, né i malanni del corpo. È naturale. Il tempo passa per tutti, e io l’ho visto passare con i miei occhi, come chi osserva un fiume scorrere. All’inizio lento, tranquillo; poi, più veloce, più vertiginoso. No, questo non mi spaventa.
Ciò che mi spaventa davvero è non riuscire più a fare affidamento su me stessa. Che un giorno le mie mani, che tanto hanno lavorato, non rispondano più. Che le mie gambe, che mi hanno portato in tanti posti, restino immobili. Che la mia testa, sempre curiosa, si perda nel suo stesso labirinto. Questo sì che mi terrorizza.
Non voglio essere un peso. Non voglio che la mia indipendenza, il mio bene più prezioso, mi scivoli via come sabbia tra le dita. Perché sono stata forte, tutta la mia vita. Ho risolto i miei problemi, ho curato i miei cari, ho costruito il mio cammino. E ora, quando la vita si accorcia, l’unica cosa che chiedo è di mantenere ciò che sono, ciò che sono sempre stata: una donna capace, ferma, padrona di me stessa.
Non è orgoglio, no. È la necessità di sentire che posso ancora decidere, che la mia volontà è intatta. Che se voglio alzarmi a preparare un caffè, lo farò. Che se decido di uscire in giardino, camminerò fino a dove posso. Che se mi viene voglia di un libro, i miei occhi continueranno a abbracciare le parole.
La vecchiaia in sé non è cattiva. Ha la sua bellezza, la sua calma. Ma perdere il controllo, dipendere dagli altri, questo sì che mi fa male. Perché so che non è facile nemmeno per loro. Nessuno vuole vedere una madre, una nonna, immobile, fragile, bisognosa.
Eppure, penso anche che se quel momento arriva, se un giorno il mio corpo o la mia mente cedono, dovrò imparare ad accettarlo. Accettare che, così come un tempo fui bambina e fui accudita, forse la vita mi restituirà quella condizione di vulnerabilità. E forse non sarà così male se c’è amore, se c’è pazienza, se c’è dignità.
Ma finché posso, finché il tempo me lo permette, sarò io. Indipendente, libera. Perché è questo che mi tiene viva. Non la giovinezza che se n’è andata, non gli anni che mi restano, ma la certezza di essere ancora padrona della mia vita.