Scena mattutina, oggi 4 maggio 2022. Una mamma apre la porta di casa, escono due bambini con ffp2 in faccia, prendono l’ascensore per poi uscire ed avviarsi verso scuola.
È una fotografia al limite della vergogna quella che si continua ad osservare.
Bambini come quei capannoni in periferia, abbandonati ma in fase di ristrutturazione. Bavagli alla bocca come fogli di carta paglia ai finestroni per non far scorgere l’interno, le loro espressioni. Un interno sapientemente svuotato anno dopo anno per inserirci, come da programma, scaffalature di marciume ideologico che arrederà una sudditanza futura, passiva, inconsapevole.
Bambini lasciati alla mercé di agende plastiche con il compromesso del breve periodo, “tanto è solo fino a giugno”! (termine prorogabile previo consenso).
Promesse di libertà ciclica concesse con la formula del sacrificio, la maschera della forgiatura graduale;
piani illusori che deviano lo sguardo della responsabilità verso sentieri d’egoismo alquanto pericolosi.
Il buon senso e l’istinto di protezione sgretolati da dubbi amletici e ridotti ad un cumulo di corpi inerti.
Un grigio che, diabolicamente la in alto, hanno deciso essere la futura veste, il grembiule di obbedienza degli innocenti.
Una triste fotografia sviluppata a due colori: conformismo, omologazione.
WI