l giornalista e fotoreporter italiano Giorgio Bianchi da anni svolge un lavoro eccezionale.
È stato in Ucraina ed in Siria, due delle guerre più influenti degli ultimi anni. Ci ha messo passione, onestà e dedizione, raccontando gli scenari che ha toccato con mano.
Oltretutto Bianchi, da molto tempo, sui social propone analisi di alto livello su svariati argomenti.
Risultato?
I media nostrani lo trattano come un demente.
Prima semplicemente lo ignoravano, da quando però è cominciata la propaganda di guerra hanno sentito l’esigenza di tentare di screditarlo in ogni modo.
Perché accade questo? Semplice, Bianchi ha tanto seguito sul web e riporta notizie vere dal campo, bisogna dunque trascinarlo nel dibattito.
Ecco che allora fioccano gli inviti, e via con Parenzo, Brindisi e la Merlino, la crème dei talk show.
Il consiglio che vogliamo dare al buon Bianchi è quello di boicottare le trasmissioni televisive, continuare a battere sul web e fare molta attenzione alla propria incolumità fisica.
Se non si ha alcuna influenza si può dire e fare ciò che si vuole, ma quando la si ha, e lui la ha perché conta circa 80.000 iscritti solo su telegram, diventa un grande rischio mettersi contro la propaganda (Arrigoni docet).
Supporto a Giorgio Bianchi e al suo lavoro.
Vergogna per tutti i media italiani, come al solito ostili a chi cerca di fare il proprio mestiere onestamente.
Wi