In questo clima circense tra saltimbanchi e cacciatori di voti, tra dirette Facebook, tik tok e twett al vetriolo, la confusione regna sovrana.
Un caos organizzato, soverchiante, atto a velare una realtà fatta di rincari folli, nuove grottesche regole, presunti razionamenti ed emergenze. A turbare tanto quanto la sbandierata crisi che sembra oramai bussare alle nostre porte, c’è però anche la maggioranza degli italiani. Già, perché anche se si ravvisa un parziale risveglio ed un piccolo sussulto di dignità talvolta sembra far capolino tra teste chine e coscienze dormienti, la strada per il futuro sembra oramai tracciata. Quelli che hanno creduto ciecamente alla narrazione dominante, tra pandemia e conflitto in Ucraina, senza mai porsi un quesito, coloro i quali il 25 settembre voteranno ancora i partiti “storici” che promettono di risolvere i problemi da loro stessi creati, sono tra noi, magari mascherati in fila alle casse di un supermercato. Sono gli stessi che dopo tre dosi e con la pezza ancora indosso, si interrogano su come hanno fatto a prendere il “covid”, increduli del fatto che pur essendo stati ” attenti”, sono caduti in fallo.
Spesso ci lamentiamo, legittimamente, di istituzioni, partiti, media e politici, rei di aver messo in atto il pactum sceleris per eccellenza. Altrettanto spesso, però, i più hanno dimenticato cosa volesse dire esser uomini. Uomini e donne che, con un semplice “no”, avrebbero potuto quantomeno rallentare il precipitare, ora inarrestabile, degli eventi. La verità è sempre stata davanti a tutti. Bastava solo avere il coraggio, come noi pochi, di guardarla dritta negli occhi.
WI