Va di moda tra gli imprenditori affermare che i giovani e i lavoratori di oggi non vogliono fare sacrifici, alludendo anche al contestatissimo reddito di cittadinanza, perché secondo costoro avanzano solo pretese economiche e diritti.
Una cosa dovrebbe essere chiara: i lavoratori non devono sacrificarsi per aziende che non gli appartengono e che all’atto della raccolta degli utili non vedono un centesimo in più rispetto alla paga contrattuale, i sacrifici possono essere chiesti agli eventuali figli, nipoti ed eredi che ereditano le attività, non a chi riceve uno stipendio.
I lavoratori hanno il dovere di prestare il loro lavoro nelle modalità previste dai contratti, i “sacrifici” non sono contemplati in nessun posto, perché il di più se lo intascano i titolari, che spesso e volentieri sono abili a far pesare la crisi sui dipendenti, con la scusa degli aumenti e delle tasse.
D’altronde il capitalismo è da sempre maestro nel privatizzare i guadagni e nel socializzare le perdite.
DB