Come temevamo, il rientro dei medici non battezzati si sta trasformando velocemente in un volgare teatrino, in un polveroso e scricchiolante palcoscenico dove gli inquietanti guitti che ci hanno tediato in questi folli anni, dopo esser stati congelati durante le fasi più salienti della narrazione bellica, dicono ancora la loro impunemente, farneticando di morale, invocando punizioni, chiedendo solenne abiura. Non solo, quindi, non si procede nella direzione delle pubbliche scuse e del risarcimento danni, ma si prospetta uno scenario inquietante per cui i rientranti, rei di aver rifiutato il siero salvifico e di non essersi fidati della sacra “scienza”, possono essere liberamente perseguitati, demansionati, sottoposti a pubblica gogna, come già accaduto per altre categorie dopo il reintegro. Tutto ciò è semplicemente inaccettabile.
Se il governo è convinto della bontà del suo provvedimento, sia perentorio ed inequivocabile. Se si ritiene che la via imboccata sia quella maestra, si vigili sull’ordine professionale in questione e si proceda con passo spedito, non lasciando spazio a volgari tentativi di sabotaggio ed a polemiche sterili e contrarie al buonsenso.
Che sia finalmente lasciato libero terreno alla concretezza, mettendo da parte facili proclami e miseri slogan. Che sia fatta giustizia piena e totale, senza riserva alcuna. Che lavoro e dignità non siano più al centro di osceni giuochi e triviali baratti.
Per amor di verità e di vita, la parola fine dovrebbe essere messa su questa infame pagina della nostra storia, una volta per tutte. Ma sarà così?
WI