«L’istituzione dei Dpcm durante la pandemia del Covid è da ritenersi illegittima». La sentenza 842 del 2022 rischia di entrare nella storia della giurisdizione italiana. A sentenziarla è il Tribunale di Frosinone a firma del giudice Luigi Petraccone. Questa decisione rischia di aprire ad una incredibile revisione di molti provvedimenti assunti dal governo nazionale per fronteggiare l’emergenza Covid. In pratica tutti i vari decreti ministeriali che limitavano la libertà personale (ad esempio dall’obbligo vaccinale al Green Pass) rischiano di essere impugnati.
La storia nasce il 4 aprile 2020 (primo lockdown) quando un giovane frusinate venne fermato dalla Polizia stradale mentre era alla guida della sua auto. Non adducendo motivazioni giustificate e previste dal Decreto, l’uomo venne multato per 400 euro. L’automobilista, assistito dall’avvocato Giuseppe Cosimato, presentò ricorso al giudice di pace che in data 15 luglio 2020 accolse il ricorso.
A questa sentenza però si appellò la Prefettura di Frosinone che richiamava il rispetto del Dpcm emesso il 9 marzo 2020 con iscrizione del ricorso dinanzi al Tribunale il 25 agosto 2020. Ora a distanza di oltre due anni la chiusura del secondo grado di giudizio con il quale il Tribunale di Frosinone, il 6 ottobre, ha rigettato l’appello dichiarando di fatto illegittimo il Dpcm. Il passaggio chiave del provvedimento è quando si sancisce «l’inviolabilità di un diritto inviolabile quale la circolazione e che di fatto provvedimenti restrittivi di questo tipo sono da ritenersi anti costituzionali anche se emanati a difesa di un altrettanto diritto inviolabile quale quello della difesa della salute pubblica».
Disposizioni così limitanti per la libertà possono essere emanati solo davanti ad eventi di calamità naturale per definiti periodi di tempo mentre come si legge dal disposto del Tribunale situazioni di rischio sanitario non sono inclusi in questa previsione. La stessa Carta Costituzionale ammette poteri speciali al Governo salvo in caso di guerra. A questo punto manca il presupposto legislativo su cui fondare la delibera del consiglio dei ministri.
Altro passaggio chiave della sentenza è quello dove si afferma che «la delibera del consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 è da ritenersi illegittima per essere stata emanata in assenza dei presupposti legislativi. In quanto non è rinvenibile alcuna fonte avente forza di legge che attribuisca al consiglio dei ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario». È la delibera dalla quale, poi, hanno preso il via i vari Dpcm, anch’essi ritenuti illegittimi.
Grande la soddisfazione dell’avvocato Cosimato: «Tutte le restrizioni alle libertà personali subite durante la pandemia sono illegittime e i Dpcm sono contro legge e contro la costituzione».
Ora si apre uno scenario nuovo per i tanti cittadini che sono stati penalizzati da questi provvedimenti. «Ho già 30 persone spiega Cosimato – pronte a fare domande di risarcimento per esser state impossibilitate a recarsi al lavoro senza vaccino o green pass. A differenza di altre sentenze su argomenti inerenti la gestione della pandemia quella di Frosinone rappresenta una novità assoluto in quanto ritiene illegittimo proprio il principio di emanazione del decreto annullando così tutti i suoi effetti». Una decisione che rischia di far piovere su società private ed enti centinaia di ricorsi per l’annullamento delle sanzioni ricevute da dipendenti a partire dalla sospensione dell’attività lavorativa e della trattenuta degli stipendi per chi non aveva rispettato l’obbligo vaccinale. Per non parlare delle attività a cui sono state imposte chiusure forzate.