A cura di Giulia, farmacista e ricercatrice indipendente
Esistono virus che si riattivano lungo il decorso dei nervi (Herpes Zoster o Fuoco Sant’Antonio), se ci pensate le vescicole appaiono in modo asimmetrico e sembrano come disposte su una “fascia”, quello è il decorso del nervo.
Dopo l’infezione viene scatenata una risposta infiammatoria che provoca molto dolore (neuropatico). Il dolore deriva dal fatto che viene consumata la guaina che riveste il nervo, chiamata guaina mielinica, che è come un isolante intorno ad un tubo. Praticamente il virus è come se innescasse una serie di reazioni che portano all’erosione di questo rivestimento isolante, e voi percepite il dolore, perché il nervo rimane scoperto.
In uno studio preliminare del siero Astrazeneca, i ricercatori hanno analizzato cosa succedeva, una volta iniettato il siero, ai nervi dei topi. Hanno esaminato il nervo sciatico dei topi perché era il nervo più vicino alla zona dell’inoculazione.
Cosa hanno visto?
Hanno notato che il siero Astrazeneca ERA DISTRIBUITO sui nervi sciatici in quasi tutti gli animali, hanno anche notato che il siero non veniva eliminato dai nervi. Hanno ricontrollato ancora 29 giorni dopo la somministrazione notando che i nervi sciatici del 70% degli animali contenevano ancora mRNA.
Il database di farmacovigilanza MHRA (Agenzia regolatrice inglese dei farmaci) ha riportato circa 187 casi di sciatica post- vaccino Astrazeneca al 28 luglio 2021.
Ci sono stati almeno altri 127 casi di danno nervoso e 301 casi di varie forme di neuropatie (inclusi 207 casi di neuropatia periferica). Lo studio ha valutato come il siero si comportava nei confronti dei nervi più vicini al sito di inoculo (in questo caso, per i topi era il nervo sciatico). Ma qui viene il bello, nel caso dell’uomo, i nervi più vicini al deltoide (sito di inoculo) sono i nervi facciali (cranici)!
🔔 Sono sicura che tutti coloro che hanno sperimentato paralisi facciali e/o paralisi di Bell ora sentiranno risuonare un campanello.
Al 28 luglio 2021 (un anno fa!) il database MHRA registrava più di 1.000 casi di compromissione nervi facciali solo in seguito a vaccinazione Astrazeneca. Considerando che la farmacovigilanza passiva corrisponde ad un 1% delle segnalazioni reali e che è passato un anno, rifate dunque questi conti. I soggetti dello studio di Astrazeneca hanno sviluppato anche mielite traversa.
Per cui:
• topi: compromissione nervo sciatico
• uomo: compromissione nervi facciali
Perché?
❗ Perché la proteina spike, prodotta in seguito al messaggio genico inoculato nel deltoide, si accumula a ridosso di quei nervi vicini al sito di inoculo.
Ma non finisce qui, la spike è in grado di viaggiare liberamente e andarsi ad accumulare in altri organi, come ghiandole mammarie, milza, midollo osseo, fegato. È molto probabile che le cellule del nostro organismo che hanno ricevuto l’mRNA inneschino una reazione autoimmune, ovvero vengano rilasciati autoanticorpi diretti proprio contro quelle cellule che esprimono la spike (ma che nel caso dei sieri, sono direttamente le nostre cellule). In più, bisogna considerare il mimetismo molecolare, ovvero, il fatto che la proteina spike, possiede dei “pezzettini” nella sua struttura che sono molto simili ad altre proteine del nostro corpo, per cui quando l’anticorpo si trova di fronte a quei pezzettini simili, si confonde innescando disturbi autoimmuni che possono anche cronicizzare. La spike migra nei nervi, viene espressa sulla loro superficie, arrivano autoanticorpi diretti contro di loro.
Ecco il meccanismo spiegato alla base delle neuropatie periferiche. Tutti ci avevano raccontato che la proteina Spike veniva neutralizzata dagli anticorpi, invece lei “va a spasso” e si distribuisce in tessuti diversi, provocando danno.
Da un altro studio osservazionale su 23 pazienti, Safavi et al (maggio 2022), indagano sulla natura delle neuropatie periferiche, concentrandosi sull’aspetto dell’autoimmunità. Seguono 23 pazienti con sintomi neuropatici i insorti entro 1 mese dall’inoculazione. Il 100% di loro presenta parestesie del viso/arti, con bruciori diffusi in tutto il corpo, compreso il cuoio capelluto, il 60% manifesta intolleranza al calore, tachicardia e ortostasi. 12 su 23 hanno una neuropatia delle piccole fibre, altri hanno deposizione di immunocomplessi di C4d sull’endotelio.
Molto interessante notare che la SECCHEZZA DELLE FAUCI, la ritenzione urinaria e L’ORTOSTASI sono sintomi tipici della neuropatia autonomica autoimmune.
Le neuropatie sensoriali possono avvenire in seguito a infezioni virali o vaccinazioni, ma il fatto che questi 23 pazienti rispondessero alla terapia con cortisone, induce i ricercatori a pensare ad un’origine autoimmune, ovvero che siano coinvolti autoanticorpi diretti contro lo stesso organismo.
Autoimmune damage to the nerves following Covid vaccines: EMA issued warning to patients and healthcare professionals | The BMJ