Per due lunghissimi anni, ci hanno convinto che fosse necessario “salvare il Natale”. Regole grottesche, zone colorate, super lasciapassare, transenne lungo le vie illuminate a festa, ingressi contingentati nei negozi, ridicoli consigli su come trascorrere le feste in sicurezza, financo quello di negare l’invito in casa ai non benedetti.
Oggi tocca a noi mettere al sicuro, custodire, preservare queste sacre festività, questo periodo di giubilo. Nella coltre fumosa indotta dai media, nel continuum di crisi economiche studiate a tavolino, bisogna ritrovare serenità per affrontare nuove sfide.
Guardiamo i nostri figli e fondiamoci coi loro sguardi, gioiamo dei loro sorrisi, dei progressi compiuti, della loro felicità, affinché siano linfa inesauribile per la nostra anima. Abbracciamo i nostri anziani, i nostri cari, gli amici, ritroviamo verità nei rapporti umani.
Spazziamo via il memento mori dei menestrelli del terrore, le litanie dei cantori della catastrofe, le reprimende dei moralizzatori da salotto, elevandoci, come aquile, sul fango del falso “progresso” collettivo.
Salviamo il Natale, questa volta per davvero.
WI