Sarebbero bastate due settimane, ad ottobre 2021 per fermare tutto. Me lo sentite ripetere da un anno e mezzo, ma piangere sul latte versato non porta a nulla. Un conto è la teoria, ed un conto è la pratica. E noi, mai come ora dobbiamo imparare ad essere pratici.
Se sono riuscito a resistere, se non ho mollato, se ho combattuto e mi sono riscoperto INDOMITO GUERRIERO, proprio come molti di voi, lo devo innanzitutto a me stesso, ma soprattutto al nucleo di persone di cui mi sono circondato.
La “salvezza”, per capirci, secondo quello che ho imparato in questi anni nell’osservare le reazioni delle persone a determinati eventi, passa sicuramente dal risveglio individuale di ognuno di noi, ma anche nella capacità di creare piccoli gruppi affiatati e ben rodati collegati tra loro, che riescono a fare rete.
Come ben sapete non ho mai creduto in soluzioni quali eco-villaggi, realtà isolate fuori da tutto e tutti, per mille motivi che non sto qui a snocciolare uno ad uno.(per chi ci credesse non sarò io da ostacolo o a giudicare la vostra scelta, ci mancherebbe)
Ho sempre pensato che la soluzione sia quella di “piccole comunità diffuse”, cioè di realtà di mutuo aiuto e collaborazione ben rodate che si attivano nel momento del bisogno, dove poter attingere senza rimanere isolati, mantenendo ognuno la propria privacy e autonomia. In poche parole essere nel sistema senza farne realmente parte, sfruttarne i vantaggi a nostro favore e continuare a vivere, rimanendo fedeli a noi stessi ed ai nostri ideali.
Ovviamente la soluzione migliore sarebbe quella di uscire dal sistema ed autodeterminarsi, ma comprendo che ad oggi sia una scelta oggettivamente per pochi. E allora che fare?
Chi può e vuole, può uscire dal sistema e ripartire da zero, come hanno fatto e stanno facendo in molti, inventandosi nuovi lavori ed investendo su sé stessi per creare nuove opportunità; le stesse opportunità alle quali potranno attingere chi, per mille motivi, non può e non vuole fare “il salto”. E così si impara a condividere e portare avanti un proprio modo di vivere in barba a tutto e tutti. L’importante è essere sempre un passo avanti agli altri, ed è questo l’imprinting che ho sempre cercato di dare al mio canale, che è quello di fornire informazioni che non vengono date altrove, unire i puntini, collegare fatti ed avvenimenti, leggere tra le righe, affinché chi mi segua possa guardare oltre ed organizzarsi di conseguenza, senza trovarsi spiazzato o cadere dalle nuvole.
Ho compreso che la cosa di cui avevamo tutti bisogno, (parlo per chi come me ha deciso che il suo corpo è e rimarrà inviolabile) era non sentirsi soli. Ho toccato con mano che non sarebbe stato sufficiente per chi si trovava in zone d’Italia isolate, o semplicemente per chi in quel periodo aveva deciso di non piegare la testa, (che equivaleva ad essere paragonati a dei serial killer) dire “rimaniamo uniti, non molliamo”, bisognava andare oltre. E così, grazie a voi, ho creato la piattaforma Neoprometheus, con il chiaro intento di unire concretamente chi si sentiva solo ed isolato, e Dio solo sa quanto avevamo bisogno di un sorriso senza mascherina, di una battuta, di un pò di vita vera, di normalità. L’obiettivo, allora come oggi, era ed è sempre il medesimo: conoscersi, fare gruppo, mettersi in contatto, per creare, ognuno nel proprio territorio, la propria “comunità diffusa” da cui attingere.
Chi con il tempo ha imparato a conoscermi sa che non mi piace parlare di me, ma voglio farvi degli esempi per essere il più concreto possibile, perché le chiacchiere stanno a zero, e da un pò. Io ed il mio gruppo avevamo già compreso da tempo quello che sarebbe arrivato dopo la prima ondata covid del marzo 2020 e ci siamo organizzati di conseguenza. Chi ha potuto ha ritirato i propri figli da scuola, con tutti i sacrifici che potete solo immaginare. Ci siamo creati un elenco di attività “amiche” dalle quali pescare, creandoci la famosa rete di cui parlo. E così, quando c’è stato bisogno di un medico che potesse visitare a casa le persone quando nessuno si azzardava a farlo, avevamo un elenco di nostri medici fidati che hanno curato a domicilio, con rispetto e professionalità, come si faceva una volta. Stesso discorso per i bambini, i quali non dovevano passare per le forche caudine di un tampone per essere visitati per un mal di gola. Abbiamo iniziato ad approvvigionarci da esercenti amici, costituendo gruppi di acquisto dedicati. Ci si trovava anche in zona rossa in ristoranti che avevano deciso di non abbassare la testa e tenere aperti, sfidando la psicosi generale e la paura. Se una persona aveva bisogno di un avvocato, non si doveva rivolgere via mail all’avvocato social che non conosceva e che nella maggior parte dei casi ha usato questa “pandemia” per fare business sulle spalle altrui, andando ben oltre quel che era il suo doveroso compenso. (ecco perchè in Neoprometheus, come ho ribadito più volte, non sono state inserite le categorie dei sanitari e degli avvocati, perchè quelle sono figure di fiducia che vanno conosciute personalmente e custodite gelosamente. C’era chi si è trovato in difficoltà con la famiglia ed il partner ed aveva bisogno di qualcuno con cui confidarsi per non sentirsi solo e sbagliato, visto che intorno a lui aveva fatto il vuoto, a seguito della scelta di non sottoporsi alla sperimentazione vaccinale. C’era chi aveva bisogno di un aiuto economico concreto, ma per dignità non voleva chiedere nulla, ed è stato aiutato. Ci sono state tante persone a cui è stata data una mano, in silenzio, nell’ombra. Alcune non sapevano nemmeno da dove venisse l’aiuto, e va bene così. Come vi ho detto non ho fatto tutto quello che ho fatto e che sto facendo per ricevere l’applauso o il “bravo”, ma lo faccio per mero egoismo personale, perchè semplicemente mi fa stare bene aiutare chi ha bisogno, e perchè mi auguro che, semmai dovessi trovarmi anch’io nella stessa situazione, possa trovare qualcuno che possa aiutarmi.
Spero di avervi fatto capire quella che è la mia idea, che mi auguro possa essere replicata in tutta Italia, con i modi e nelle forme più confacenti alle reali esigenze di ogni gruppo. I semi vanno piantati per vederli crescere. Non possiamo pensare di passare tutta la vita che ancora ci rimane a preoccuparci di tutto quello che si inventeranno questi psicopatici, ma dobbiamo pensare ad occuparci a vivere. Ma dovete essere concreti, altrimenti è solo una perdita di tempo. Non serve essere in 1000 persone. Iniziate a trovarvi, a mettere giù un planning, a fruttare le vostre competenze, cercate la falla del sistema e buttatevici dentro con acume e furbizia. Studiate. Usate i canali social per unirvi, non per allontanarvi. Dalla mia esperienza, parlando con le persone, ho appreso che la maggior parte delle iniziative sono naufragate dietro ai soliti personalismi ed alle mancanze di obiettivi concreti. Datevi delle priorità, ed impegnatevi a realizzarle fissando delle scadenze da rispettare, ed andate avanti per step. Costruite la vostra rete, e se manca qualcosa, fate gruppo con le reti vicine a voi, nate nel frattempo. Ci sono, basta cercarle.Cercate alleanze, stringete collaborazione, perchè saranno quelle che vi potranno tornare utili in futuro.
Mantenersi in salute, avere cura di noi stessi, coltivare il proprio io allontanando le persone negative e tossiche, sentirsi parte di una comunità di amici, ridere, avere la consapevolezza delle scelte che fate ed essere pronti sia a trarne i benefici che a pagarne le conseguenze, avendo sempre il coraggio e la determinazione di camminare a testa alta, perchè non c’è montagna che non possiamo conquistare, non c’è vetta che non possiamo raggiungere, non c’è risultato che non possiamo ottenere, non c’è sfida che non possiamo vincere. Il limite, lo decidiamo NOI.
Se pensano di piegarci si sbagliano di grosso. Non solo non ci piegheremo alla loro agenda, non ci abbatteremo di fronte alle difficoltà, non ci inginocchieremo di fronte al loro dio luciferino, ma non molleremo MAI, non arretreremo mai, non ci arrenderemo mai e poi mai.
La vita è il 10% di ciò che ci accade, ed il 90% di come reagiamo.
Reagiamo e prendiamo in mano la nostra vita.
Molti indomiti guerrieri.