Ciao Leonardo,
Sono un appartenente alle forze dell’ordine, uno che indossa le stellette, un uomo che ha giurato sulla Costituzione, uno che si è fatto sospendere pur avendo famiglia, mutuo, ecc ecc. Sono una persona che come pochi altri ha deciso di far seguire al mio categorico NO i fatti.
In questi anni parlano poliziotti, parlano militari in congedo, ma non parla nessun militare in servizio attivo, e questo in virtù del fatto che essendo militari oltre ad essere soggetti al codice penale (come tutti i comuni cittadini) siamo soggetti anche al codice penale militare di pace, ed ai vari regolamenti militari interni al Corpo. Chi affronta questo tipo di vita è ben conscio che oltre ai sacrifici che inevitabilmente questa professione comporta, non potrà esprimersi liberamente se non autorizzato preventivamente dalla propria linea gerarchica, pena una punizione o una denuncia che ciò comporterebbe. E questo è il motivo per il quale le persone che si sono appellate alle forze dell’ordine (a ordinamento militare) non hanno sentito proferir parola da nessuno dei suoi appartenenti. Ma questo non vuol dire che non ci siano, al suo interno, persone che hanno capito, persone che combattono e persone che resistono, ognuno a suo modo, ognuno con i pochi mezzi che ha a disposizione.
Quando entrò in vigore l’obbligo vaccinale , lo scorso autunno, la maggioranza di chi si professava contrario, ha scelto (perché di scelta si tratta) di porgere il braccio e “sacrificarsi” per poter mantenere la sua famiglia. In pochi abbiamo resistito. Per farti capire, dove faccio servizio io, in centro Italia, su 800 colleghi abbiamo deciso di dire NO in una quindicina.
Personalmente, sono stato sospeso in pubblica piazza, davanti a tutti i colleghi, prima di intraprendere il servizio, senza che nessuno fiatasse, quasi a monito per tutti coloro che intendevano alzare la testa andando contro ad una legge che io (e non solo) reputo ingiusta. Ho fatto la mia scelta e da uomo ne ho pagato le conseguenze, in silenzio.
In quella caserma, che consideravo la mia casa, sono entrate prostitute, delinquenti, persone con HIV, scabbia, e chi più ne ha più ne metta. Nessuno è stato lasciato fuori, nessuno è stato discriminato, nessuno fino ad allora, tranne me. Tranne chi, da sano, si è rifiutato di farsi inoculare.
Non ho ricevuto alcuna telefonata da parte di nessun collega, (e nell’ambiente le voci volano) nemmeno da parte di chi, fino all’ultimo ha resistito e poi ha deciso di cedere.
Persone con cui ho condiviso tutto: la giovinezza, la branda, il rancio, le feste comandate, le notti, la paura di non tornare a casa, il pericolo. Persone a cui hai parato il culo nel vero senso della parola. Nulla.
Questa esperienza mi ha maturato molto, nonostante fossi già a conoscenza, grazie anche a te, che la maggior parte delle cose che ci hanno raccontato sono false. Anch’io mi sono svegliato con la Lorenzin, anch’io come te ho deciso di ritirare mio figlio da scuola, con i sacrifici che puoi ben immaginare. Sono tornato in servizio e ho trovato i sorrisi, falsi, dei colleghi, e la solita frase, “io non mi farò la quarta dose”. (lo dissero anche per le prime tre).
Non so se mai leggerai questo mio scritto, ma ti giro la lettera con la quale mi hanno sospeso affinché le molte persone che seguono il tuo canale sappiano che c’è ancora chi, indossando una divisa, RESISTE, e non mollerà. C’è ancora chi non scende a compromessi per la paghetta a fine mese. La dignità non si baratta, l’ONORE si porta avanti sino in fondo ed i fatti contano molto più delle parole: i fatti parlano della persona che sei, i fatti servono da esempio.
Vorrei far sapere ai tuoi lettori, che c’è ancora chi, in mezzo ad una strada, perché è li che lavoro, (non in un caldo ufficio) ultimo degli ultimi, può dare una mano. Ho scelto questa vita, ho scelto di star vicino a chi ha bisogno, quindi non mi aspetto applausi, riconoscimenti od encomi, è il mio dovere, è la mia vita; mi basta lo sguardo riconoscente di chi ho aiutato. E soprattutto in questo biennio di pandemia, credimi che a fronte di colleghi “solerti” che sanzionavano a più non posso poveri esercenti e brave persone, per poi girarsi dall’altra parte quando passava il delinquente di turno, ce ne sono molti che in silenzio, hanno fatto rispettare la Costituzione.
La lettera che ti ho mandato l’ho letta a mio figlio, affinchè sappia che la vita che si troverà a vivere è anche questa, bella o brutta che sia. Affinchè sappia che suo padre, ed altri come lui, stanno facendo la loro parte, e che “la missione” la porteranno a termine costi quel che costi.
Mi sono arruolato avendo ben in mente le parole del Generale Dalla Chiesa: “Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli.” Indosso la sua stessa stessa divisa, ed intendo onorarla fino a che me lo lasceranno fare.
Ti ringrazio per tutto quello che stai facendo, non mollare, come non mollerà nessuno di noi. Come dici sempre tu, “noi siamo luce”, e la luce quando splende da fastidio, molto fastidio.
Un abbraccio fraterno