Questa è la storia della signora Lucia Elena Blancato che dopo la terza dose di vaccino è stata colpita da una rara sindrome.
“Dopo la terza dose del vaccino, racconta la signora, sono diventata un vegetale, ora sto guarendo, voglio giustizia”.
La signora è stata colpita dalla sindrome Guillain Barrè, una malattia rara che colpisce una o due persone su 100 mila. Danneggia i nervi che connettono il sistema nervoso centrale con il resto dell’organismo.
Le conseguenze sono la comparsa di paralisi dei muscoli spesso accompagnate da alterazioni sensoriali e funzionali.
Lucia Elena Biancato è nata a Messina e da 34 anni vive a Putignano
Nei giorni scorsi ha raccontato la sua storia di “sopravvissuta”.
“Ho 57 anni sono sposata, ho due figli adulti ed una nipotina alla quale sono legatissima. Dopo la vaccinazione, in meno di 10 giorni sono diventata un vegetale. Ho attraversato l’inferno dice la signora e sono tornata indietro”,.
La signora Blancato ha dato mandato agli avvocati Michele Ficco e Claudia Sportelli con studio in Putignano di richiedere i danni allo Stato per quello che le è accaduto.
La legge 210 /92 prevede, infatti, un riconoscimento economico a favore di soggetti danneggiati da complicazioni insorte a causa di vaccinazioni obbligatorie, che scatterebbe anche nel caso di vaccino “fortemente consigliato”.
“Non lo faccio per denaro, dice la signora, ma per spirito di giustizia. Voglio un risarcimento soprattutto morale”
A luglio del 2021 la Guillain Barré è stata aggiunta alla lista degli effetti indesiderati del vaccino con frequenze molto rare.
“Il mio calvario – ricorda la signora – è iniziato martedi 11 febbraio, dopo pochi giorni ho cominciato ad accusare i primi sintomi importanti: mal di testa, astenia, difficoltà nella deglutizione. Successivamente i sintomi si sono aggravati al punto che non riuscivo più a tenermi in piedi, a parlare e quasi a bere. L’acqua aveva assunto un sapore disgustoso, sentivo i muscoli intorpiditi e formicolii ovunque, non riuscivo più a controllare il mio corpo. Mi hanno ricoverato nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Di Venere in attesa di essere sottoposta ad una risonanza. Dopo due giorni passati in una specie di limbo, sono stata sottoposta ad una serie di esami appro- fonditi compreso un prelievo del canale midollare della colonna vertebrale e mi hanno diagnosticato la Guillain Barrè.
Per cinque giorni di fila mi hanno somministrato flebo di emoglobuline. Ho cominciato a migliorare ma lentamente. Poi sono stata trasferita al Maugeri per la riabilitazione. Al mio arrivo riuscivo appena a muovere i piedi. Mi alzavano dal letto con l’argano.
Mi sono ritrovata con il catetere, il pannolone e la sedia a rotelle, sprofondata nella disperazione.
Mi sono aggrappata alla vita con tutte le mie forze ho lavorato come una indemoniata, dopo 15 giorni mi hanno tolto il catetere e dopo 30 sono uscita con le stampelle, ma sulle mie gambe. Grazie alla mia determinazione, al desiderio di tornare alla mia famiglia alla mia nipotina che ha sofferto per l’improvvisa separazione, ho trovato la forza di riprendere in mano la mia vita.
E’ stato un calvario anche per la mia famiglia ma non è ancora finita, accuso piccoli disturbi ma passeranno. La mia più grande paura è stata quella di rimanere menomata. Ringrazio Dio oggi di poterne parlare. Questa esperienza mi ha traumatizzato.
La mattina al risveglio la prima cosa che faccio è muovere braccia gambe. Quando mi rendo conto che tutto è a posto mi tranquillizzo”.
da Il Giornale di Putignano