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Leggete fino in fondo e fate lo sforzo di andare con la memoria a settembre/ottobre 2021.
Alcune categorie di farmaci, (come i vaccini) sono obbligatoriamente autorizzate al commercio attraverso procedura centralizzata (EMA)
L’attività di valutazione dei suddetti include la pubblicazione di un documento chiamato EPAR (european public assessment report) e, per trasparenza, la disponibilità pubblica dei dati di sperimentazione clinica (clinicdata.ema.europa.eu/web/cdp/casa)
Per comirnaty (piffer ©): presentati a nov 2020 (foto 1), i dati clinici sono stati pubblicati da EMA a settembre 2021 (foto 2): un anno circa di ritardo, campagna inoculazione massiccia in corso.(DL Trasparenza?)
Per poter dimostrare che comirnaty funzionasse (ricordatevi, siamo nel 2020), hanno presentato dati di immunogenicità (misurati con titolo di anticorpi neutralizzanti “buoni”(buoni?).
E, come gruppo di controllo, hanno utilizzato SOGGETTI CONVALESCENTI Ovvero, GUARITI.
Non vi sfuggirà un fatto: non c’è differenza statistica tra gli inoculi ed i guariti (guardate come sono distribuiti i “pallini” evidenziati rispetto agli altri gruppi)
Fatto 1: i produttori stessi dei farmaci mRNA ammettevano (come logico che fosse) che i guariti anticorpi neutralizzanti… quindi, secondo i LORO criteri di valutazione, fossero immunizzati tanto quanto gli inoculi.
Tenetelo bene a mente: ci servirà dopo.
Fatto 2: parallelamente, ISS pubblicava, in data 11 Maggio 2021, il comunicato stampa numero 26/2021 nel quale si affermava che “gli anticorpi neutralizzanti contro SARS-CoV-2 persistono nei pazienti fino ad almeno OTTO MESI dopo la
diagnosi di Covid-19, indipendentemente dalla gravità della malattia, dall’età dei pazienti o dalla presenza di altre patologie“.
Tale comunicato, riferisce di una pubblicazione (tra gli autori della quale figurano almeno 7 esponenti di ISS) che riporta chiaramente come il titolo di anticorpi IgG anti Spike protein sia un buon surrogato per la quantificazione degli anticorpi neutralizzanti.
ISS sapeva.
Fatto 3: WHO, il 26/05/2020, ha emesso un protocollo per standardizzare lo studio epidemiologico di covid-19, con i seguenti obiettivi. (ripetete con me: 2020, 2020, 2020…)
Tra i partecipanti, ISS che ha raccolto dati di sieroprevalenza, in pratica, quanti si sono infettati, anche pre campagna vaccinale.(ma dove sono i dati grezzi raccolti?)
Fatto 4: la famigerata “legge Lorenzin”.
Il Decreto legge 7 giugno 2017 , n. 73, Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, modificato dalla Legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119, crea precedente di buon senso ed aderente alle conoscenze mediche di base.
Infatti, l’art.2 recita che “l’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante, (omissis) ovvero dagli esiti dell’analisi sierologica, ESONERA dall’obbligo della relativa vaccinazione”.
Fatto 5: La Svizzera
A riprova della validità di quanto scritto, il 16 novembre 2021 il Consiglio Federale Elvetico optò per l’introduzione di un certificato COVID basato sui risultati di un test anticorpale sierologico, che aveva validità di 90 giorni e che poteva essere rinnovato alla scadenza attraverso un nuovo test anticorpale sierologico. Inoltre, il certificato covid da guarigione ottenuto tramite test negativo
PCR dopo presentazione clinica della malattia aveva validità di 365 giorni.
Fatto 6: “non avete fatto niente”, parlamentari con sale in zucca, hanno utilizzato ciò che ho esposto sopra per tentare di
arginare (almeno) la valanga greenpass e l’obbligo surrettizio all’inoculo, presentando emendamenti, ordini del giorno, e interrogazioni.
Anche se abbiamo visioni politiche non sempre allineate, ringrazio ancora Raphael Raduzzi e colleghi dell’impegno e dei reiterati tentativi in prima linea, in commissione. A negare queste argomentazioni, l’ex vice ministro Sileri, che vi ricordo avere una laurea in medicina.
Sappiate, però, che altre forze politiche ci hanno ignorato, inutile che vi dica quali: ci arrivate da soli. (nota: Abbiamo offerto le stesse argomentazioni ad avvocati. Qualcuno le ha utilizzato a difesa degli obbligati. Non ho contezza di come siano finiti i ricorsi)
E ora mettiamo insieme il tutto
- Il diniego dello status di “immuni” ai guariti, implicherebbe, com’è logico che sia,
‘invalidazione degli studi clinici autorizzativi che proprio sullo status immunologico
dei guariti hanno concluso che i farmaci funzionassero (©) - dovrebbe esservi chiaro che c’erano già precedenti di legge e l’esempio di stati
vicini per poter fare del greenpass una misura sanitaria vera.
Ma la finalità era la vostra prova di obbedienza, la somministrazione di farmaci per
onorare un contratto commerciale, l’introduzione di uno strumento digitale che vi legasse alla “compliance“, l’utilizzo
(in barba al GDPR) dei vostri dati sensibili,… (continuo?) - Avete la conferma (ce ne fosse stato bisogno) che le istituzioni italiane varie possiedono dati preziosi e che, in mancanza totale di trasparenza, hanno l’ordine di NON condividere
Ergo… vi hanno preso pesantemente per il culo.
Ora dormiteci sopra, se ci riuscite. (e state lontani dagli hub…)