IMMUNITÀ NATURALE DA COVID-19: REVISIONE DI LETTERATURA

da | Ago 20, 2022 | Home, Studi Scientifici Vaccini

📨 Revisione Immunità • 2022

👥 “Siamo un gruppo di medici e odontoiatri che hanno eseguito una revisione di letteratura sul tema “immunità naturale da Covid-19”.

📊 “Concludendo, dall’analisi della letteratura si evince che:

La stragrande maggioranza degli individui affetti da SARS-CoV-2 con la guarigione sviluppa un’immunità naturale sia cellulo-mediata che umorale efficace nel tempo, che fornisce una protezione sia nei confronti della reinfezione che di un’eventuale malattia grave.

Sono stati riscontrati anticorpi protettivi e cellule B della memoria in molti follow-up da 12 mesi a 18 mesi dopo la guarigione, e la loro presenza può essere ancora più prolungata con l’allungamento dei tempi di osservazione.

L’immunità artificiale decade più rapidamente rispetto all’immunità naturale, che è l’unica che si attiva anche per la cross-reattività.

La severità dei sintomi della reinfezione risulta nettamente inferiore rispetto alla infezione primaria, con un grado minore di ospedalizzazioni (0,06%) e quasi nessun decesso correlato.

Le persone completamente vaccinate diffondono il SARS-CoV-2 con cariche virali simili agli individui non vaccinati quando si ammalano, per cui è nullo il beneficio epidemiologico.

• Rispetto alle varianti precedenti, la Omicron ha diminuito in modo marcato l’efficacia protettiva sia di un’infezione pregressa, sia delle vaccinazioni. Comunque, chi ha superato l’infezione naturale è protetto da un’infezione da Omicron un po’ più di chi ha fatto due dosi di vaccino. La differenza, 61,9% rispetto a 55,9%, non è statisticamente significativa, ma è noto che la protezione da vaccinazione declina nei mesi assai più rapidamente di quella che segue a un’infezione naturale (Altarawneh et al., 2022), oltre a non fornire la protezione delle mucose conferita dall’infezione naturale (Azzi et al., 2021).

I vaccini a mRNA possono dare origine a una cascata di eventi immunitari che possono portare all’attivazione aberrante del sistema immunitario innato e acquisito nei soggetti con una storia antecedente di COVID-19 che li renderebbe più suscettibili alle infezioni in generale o ad ADE (Antibody-Dependent Enhancement).- La vaccinazione dei soggetti guariti andrebbe evitata, dal momento che, per chi ha superato un’infezione naturale, le reazioni avverse vaccinali sono regolarmente più intense (Menni et al., 2021) rispetto a quelle dei vaccinati senza previa infezione (Mathioudakis et al., 2021). Gli eventi avversi locali e sistemici registrati post vaccino sono maggiori rispettivamente del 40% e del 60% nei soggetti esposti con precedente storia di infezione da SARS-CoV-2 (Menni et al., 2021).”

❗️❗️ “Per tali motivi, andrebbe esclusa la vaccinazione dei guariti, che godono di immunità naturale più efficace e duratura rispetto a quella artificiale, come già noto per le altre patologie infettive. Come si evince da questa revisione di letteratura, salvo qualche articolo controcorrente, vaccinare i guariti non solo è inutile dal punto di vista clinico, ma per alcuni pazienti può essere anche più rischioso. Pertanto non ha alcun razionale l’indicazione della vaccinazione dei sanitari a 90 o 120 giorni dopo la guarigione. Dev’essere restituita al Medico la possibilità di adottare le decisioni cliniche che ritiene migliori per i suoi pazienti, considerandone l’unicità e la storia anamnestica. Auspichiamo che questa revisione di letteratura aiuti a far luce sugli aspetti considerati in modo rigoroso e scientifico.”

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Fonte STUDI SCIENTIFICI