Il dibattito sulla prevista Fiera della Fertilità di Milano è solo una finestra di Overton su un fatto palese e prevedibile, ossia che la gravidanza surragata – il famoso “utero in affitto” – sarà presto una realtà ovunque, compreso l’Italia. Del resto, perchè scandalizzarsi? Essa non è altro che la risultante della combinazione di due elementi ampiamente accettati dalla cultura occidentale progressista: mercificazione del corpo umano ridotto a risorsa materiale da cui trarre il massimo profitto, e priorità del diritto del genitore su quello del futuro nascituro, concepito come proprietà individuale e supporto/ostacolo alla progettualità e realizzazione personale del primo.
Se abbiamo accettato questi due semi dell’inumano, accettare l’utero in affitto sarà solo questione di tempo: basterà insistere con la retorica dei diritti e delle discriminazioni fino a spostare a favore l’asticella della sensibilità dei più refrattari, o dare tempo sufficiente agli irriducibili per farsene una ragione.
Il fine, come sempre, non sono i diritti di minoranze o sfortunati, ma costruire un ponte verso l’utero artificiale e la totale pianificazione delle nascite in vista di una oculata ingegneria demografica. Quello che per molti è un incubo distopico, per altri, dalle parti di Davos, è il più piacevole sogno bagnato.
WI