La propaganda bellica

da | Apr 10, 2022 | Weltanschauung

Il ritmo tambureggiante, sin dai suoi albori, della propaganda bellica, lascia presagire come oramai tutto sia stato già deciso. I menestrelli di regime, megafono del “partito unico” e cassa di risonanza d’ogni bestialità partorita, stanno solo scavando nel cervello del popolo per trovare le giustificazioni atte a far trangugiare l’amaro calice a chi, inevitabilmente, dovrà pagarne le conseguenze. Le parole scelte, le immagini scioccanti trasmesse dai telegiornali, il senso di colpa instillato che prolifera nell’humus malsano di un falso perbenismo da salotto, i dibattiti creati ad hoc per ridicolizzare il dissenso e giustificare le dure reazioni da parte dell’occidente “democratico”, costruiscono, motivano, anestetizzano il senso critico, conducono i più ad accettare una determinata conclusione degli eventi. Ergo, così come nella fictio pandemica falsi limiti temporali, misure restrittive, coprifuoco, lockdown e creazione di capri espiatori servivano solo per far accettare vaccinazione di massa e sdoganare un lasciapassare per vivere seguendo i punti di un agenda ex ante stabilita, anche nella fase “guerra”, consolidamento dell’ordine cristallizatosi nei due anni appena trascorsi, lo schema appare lo stesso. Nuovi nemici, a cui addossare le responsabilità delle scelleratezze in campo giuridico ed economico, sembrano oramai essere all’orizzonte, facendo capolino nella narrazione dominante. La retorica avanza, i meccanismi sono oramai rodati, il linguaggio utilizzato creato ad hoc per plasmare le nostre opinioni, per indirizzare i nostri pensieri. Chiunque, a questo punto, creda che la fine delle ostilità dipenda dall’uso o meno di un condizionatore è cieco, o in malafede. Se avessero voluto la pace, così come fine della pandemia, non avrebbero messo su tutto questo “teatro”, tutta questa pressione, tutta questa ferocia nel disumanizzare il “nemico” e fiaccare ogni voce fuori dal coro. Errare è umano, perseverare è diabolico.

WI