di Giovanni Lindo Ferretti
“Ai giovani di queste ultime generazioni non è nemmeno concesso sperimentare il conformismo dei giovani ribelli, come lo chiamava Pasolini. Il vuoto di valori familiari e civili è l’ambito in cui muovono le nuove generazioni.
Nel momento del distacco adolescenziale è doveroso sperimentare la ribellione. Nasci come carne, non dipende da te, e poi ad un certo punto devi nascere come spirito. È uno sforzo e cresce preferibilmente su un gesto di ribellione.
È difficile ribellarsi al vuoto, al niente. Tutto ora pretende di essere garantito, tutto è già stato pensato, certi di quello che serve, ma c’è un momento in cui bisogna dire: – No -.
Un No che dovrebbe far tremare il mondo. La differenza tra restare larva o schiudersi e poter volare via. Ci sarà tempo e modo di ricadere a terra, misurarsi con la realtà, accettarne i limiti.
La fortuna della mia generazione è stata l’essere costretta entro limiti rigidi, limiti politici sociali familiari e culturali che non ci hanno dato scelta se non quella di ribellarci e, in questo, sperimentare le nostre capacità, la nostra volontà, i nostri sogni.
Le ultime generazioni, al contrario, non conoscono limiti.Se il nostro sfogo erano le barricate, lo sfogo di questa generazione è lo spazio virtuale. Dal mio punto di vista un impoverimento sostanziale.
Paradossalmente l’essere malmenati dai poliziotti durante una manifestazione è pur sempre un’esperienza vitale, ti obbliga a fare conti seri, schiacciare un click per condividere una delle centomila cose che succedono nel mondo è un esperienza insignificante, ti snerva, toglie vitalità. Un bagno di realtà è quello che salva le vite degli uomini, permette loro di essere contraddittori e cambiare, ritrovare uno sguardo nuovo e antico sulle cose”.