La storia di Woergl

da | Giu 27, 2022 | Home, L'altra storia

di Marcel Lo Zingaro

Woergl è un piccolo paese alpino del Tirolo, negli anni della grande depressione (1931) contava 4500 abitanti, dei quali, su di una forza lavoro di 2000 persone, 1500 erano disoccupati.
i soldi non circolavano, per paura del futuro il popolo era portato a conservare i soldi sotto al materasso e ritardare il più possibile gli acquisti.
Il comune vantava 118.000 scellini di tasse arretrate.
Al sindaco, tal Michael Unterguggenberger venne l’idea di emettere una moneta parallela chiamata moneta del lavoro, la quale ebbe la particolarità di essere deperibile, ovverosia, tale moneta andava rinnovata con un timbro mensile pari all’1% del suo valore nominale. In soldoni avrebbe perso in un anno il 12% del suo valore.
Pertanto ne stampo’ per 32.000 scellini ( l’equivalente di 4500 $ dell’epoca) coperti da moneta a corso legale depositati presso la cassa di risparmio del paese. Cominciò a pagare ai dipendenti comunali -sindaco compreso- metà stipendio con questa nuova banconota e, promosse lavori pubblici e socialmente utili in maniera tale da offrire lavoro ai disoccupati, i quali venivano interamente pagati con questa moneta alternativa.
Avendo deperibilità, nessuno aveva interesse ad accumularla, e anzi si cercava di spenderla quanto prima.
Dopo un iniziale riluttanza, tutti in paese cominciarono ad accettarla e a spenderla facendo girare l’economia. I benefici furono molteplici: il comune, solo nel primo mese di emissione, recuperò 4500 scellini di tasse arretrate, e la stessa banca del paese, filiale di Reifesen, ne trasse enormi benefici. Per la prima volta dopo anni, i depositi in banca eccedettero ai prelievi di ben 6600 scellini. Nel giro di due anni si erano ottenuti diversi risultati:
– asfaltatura di 7 nuove strade per un totale di 6 km;
– costruzione del trampolino da sci per i turisti;
– migliorie fognarie;
– piantumazione di oltre 300 nuovi alberi;
– un ritorno di cassa per il comune pari a 20 volte l’emissione, ergo 2000%.

La voce si sparse e arrivarono giornalisti e interessamenti da vari comuni dell’Austria tra cui Innsbruck.
Ma la banca centrale privata austriaca fu infastidita e a settembre 1933 mise al bando la moneta, chiudendo così i giochi.