Le cose belle arrivano quando combatti e resisti

da | Mar 29, 2022 | Editoriale

Oggi è il tuo giorno.

Dopo 4 anni finisci l’asilo e si chiude un ciclo della tua vita.

Sei cresciuto e sei stato un bambino incredibilmente sereno.

Te lo meriti. Me lo merito. Ce lo meritiamo. In questa infinita ed inesauribile voglia di difenderti e tutelare i tuoi diritti.

Oggi ricevi il diploma. Oggi tu sei il mio diploma.

Oggi ti voglio raccontare, e prima o poi lo leggerai, quello che è successo in questi 4 anni.

Voglio raccontarti gioie e dolori.

Voglio ringraziare chi mi ha aiutata e supportata in questi 4 anni.

Voglio ringraziare il tuo papà per essere stato presenza costante, seppur discreta, in questa battaglia che ti ha permesso di frequentare l’asilo che avevamo scelto per te nonostante abbiano fatto di tutto per impedirtelo.

(Se stai leggendo questo post sappi che il seguito è lungo…ma se vorrai proseguire troverai tanto di me e forse qualcosa anche di te in questo racconto. 

Se poi ti riconosci tra le persone citate sappi che hai fatto, fai o farai sempre parte della mia vita e per questo ti ringrazio. Con tutto il mio cuore.)

Da un letto d’ospedale aspettavo l’uscita del decreto che avrebbe stravolto la mia vita, fatta di famiglia, calma, certezze.

Rumors sempre più insistenti si accavallavano da giorni…mi dicevi -Vedrai, non è possibile, non possono farlo-.

Invece l’incubo è diventato realtà.

Era il 19 maggio 2017 e Gentiloni affermava che “non si tratta di un’emergenza ma di una preoccupazione alla quale intendiamo rispondere” e tu, piccolo del mio cuore, non avevi ancora due anni e mezzo.

A settembre avresti dovuto iniziare l’asilo, io avrei cominciato a lavorare, tua sorella a scuola.

Tutto perfetto. Incastri maniacalmente esatti. Tutto nel pieno controllo. Tipico. Rassicurante.

L’inizio di un periodo in apnea. Quel mostro nero che è tornato prepotente pronto a riportarmi giù, nel baratro da cui ero faticosamente uscita anni prima.

Come si poteva anche solo pensare di discriminare bambini sani solo perchè i genitori avevano scelto di non vaccinarli? 

Perché escludere bambini innocenti per punire genitori consapevoli colpevoli di aver sollevato dei dubbi sulla pratica vaccinale? Perchè così tanti? Perchè tutti insieme?

Credevo fossimo soli. Mi sentivo sola. Ci saranno altri come noi? La rete…

Contatto un papà di Brescia che parla di questo decreto e di questo obbligo incostituzionale. Un messaggio in messenger. -Sentiamoci-, mi dice. – Non sono in grado di sostenere una conversazione telefonica, mi spiace, non faccio altro che piangere” rispondo io.

Ricordo, come fosse oggi, la sua ferma insistenza che ho ritenuto poi vitale (grazie per sempre). Ci sentiamo al telefono. Mi dà una speranza. Non sei sola, vieni ..c’è una riunione.

La prima di decine riunioni. E poi decine di conferenze.

Un decreto annunciato con molto anticipo e presentato con molto ritardo. 

Non lo firmerà..pensavamo tutti.

Decreto legge 73 del 07/06/17. Multe da 7500 €. Esclusione per i bambini non vaccinati da 0 a 16 anni dalle scuole di ogni ordine e grado.

L’inizio di mesi deliranti di piazza.. Brescia, Milano, Venezia, Roma..ho perso il conto. La piazza non serve, diceva qualcuno. E comodo dal divano si indignava con il cell in mano.

Dirette web delle commissioni igiene e sanità. I resoconti stenografici, gli ordini del giorno, il calendario delle sedute. Gli interventi in aula. I senatori di parte. I partiti che ci hanno difeso. Il tifo da stadio. Le mail, le telefonate, gli appostamenti.

La speranza a tratti. Lo scoramento in altri momenti.

Le chat. Con il senno di poi (e molto spesso anche di allora) chat inutili in cui qualcuno provava ad organizzarsi ed altri stavano al traino, a peso morto, come veri vampiri di energia.

Abbracci dati senza forza. Spalle su cui piangere la nostra rabbia, di piazza in piazza.

Di conoscenza in conoscenza. Di rapporto in rapporto. Di nuova amicizia in amicizia.

Occhiali scuri che talvolta hanno mal celato le mie lacrime. Costantemente presenti.

Poi Pesaro. 

Una marea arancione di Amore puro ed incondizionato. Di ingenuità…di ricerca di pastori da cui essere guidati. 

Il palcoscenico su cui molti sono saliti e che molti hanno poi abbandonato dopo l’assunta notorietà.

Per alcuni trampolino di lancio, per carriera politica o per il soddisfacimento del proprio ego. 

Ma un punto fermo. 

NON CEDEREMO AL RICATTO. I bambini non si toccano. Giù le mani dai bambini. LIBERTA’!

Nella notte, come i ladri, la conversione del decreto 73 nella legge 119 del 31/07/17.

Multe ridotte. Esclusione solo per i bambini da 0 a 6 anni.

Tanti li abbiamo persi per strada. Non era più un loro problema. Avevano figli grandi. Dai 6 anni in su.

Altri li abbiamo persi per paura -secondo alcuni-. Forse per codardia e vita facile…temo io.

I piani b. Un paracadute.

La volpe e l’uva… quegli asili che improvvisamente erano diventati dei parcheggi.

Ho smesso di dormire. 

Ogni notte ho studiato. Studiato. Letto, riletto. Evidenziato. Ristampato, quando a furia di annotare appunti non leggevo più la scritta in originale.

Cercavo la via della sopravvivenza.

Agosto 2017…un susseguirsi di circolari ministeriali incalzanti, stringenti, escludenti, devastanti.

Sono al mare e di pensare a rilassarsi nemmeno l’idea.

In un pomeriggio afoso incrocio legge e circolari, di nuovo. I battiti accelerano. Credo di aver interpretato male. Rileggo. Ripasso. Sudo ma non per il caldo.

Spiego tutto a mio marito come in trance, accaldata, stralunata, agitata.

Eureka! Avevo trovato il modo per mandare tutti i bambini all’asilo. 

Avevo trovato l’ALTERNATIVA.

Telefonate febbrili a spiegare l’evidenza e la scappatoia.

All’inizio trovo resistenza, incredulità. 

Saccenza. “Questa è una chicca che ci teniamo in serbo per il momento opportuno” mi sono sentita dire. Bastava dire invece: -evviva, non ci avevamo pensato!-

Non sono una legale, non vengo presa sul serio.

Poi mi viene chiesto di riassumere tutto in forma scritta…tra cellulare e tablet in una piazzola di un campeggio del Veneto. 

Sottopongo a chi di dovere. Spiego a Comilva. Che capisce.

Ecco iniziare l’iter ufficiale che permetterà a tanti bambini, purtroppo non tutti, di accedere all’asilo a settembre.

Il tuo percorso all’asilo inizia. 

L’inserimento tra lacrime per il distacco, più le mie, e l’ansia di un’esclusione. 

Gli sceriffi, da nord a sud, stanno dando il meglio di sè nell’escludere, ghettizzare, umiliare. Bambini e genitori.

Le chat fibrillano, tutti hanno bisogno di aiuto.

Entro in “Genitori del NO obbligo Lombardia”. Un lavoro non retribuito h24, io che ho deciso di non ricominciare a lavorare per dedicarmi a TE, in vista di un’esclusione improvvisa, e per dedicarmi alla CAUSA. 

Voglio togliere questo maledetto obbligo. Voglio riprendere la mia vita.

Un team di legali creato, organizzato e gestito da quella che oggi è ancora un’amica che allora aveva intravisto in me quella che sarei diventata poi. Ora.

L’organizzazione di eventi legali gratuiti nell’inverno per aiutare tanti genitori, almeno 1500 famiglie, che hanno ascoltato, compreso, portato via appunti e strategie.

Le ore infinite sottratte alla mia famiglia. 

Per azioni utili ma anche, e soprattutto con il passare dei mesi, per inutili discussioni.

Comportarsi da Associazione senza esserlo. 

Avvicinarsi ad un’Associazione ed esserne respinti. Senza giusta causa.

Sono stata spesso accusata di avere modi e toni troppi duri e diretti….fatalità sempre da chi aveva toni e modi “consoni” ad un negozio di bambole dove il tempo impiegato a pettinarle era molto. Nulla di concreto. Il Nulla condito con il niente.

I mesi sono passati. 

Le discussioni terminate perchè non volevo padroni e volevo essere libera di aiutare chi volevo, come volevo. Di portare avanti la battaglia con gli strumenti che avevo imparato a conoscere, a gestire.

Mi sono ritirata in un “dietro le quinte” molto attivo. Persone senza bisogno di palchi e palchetti che hanno lavorato nell’ombra per il bene di tutti noi, senza chiedere mai riconoscimenti.

Le votazioni a marzo 2018. 

La nostra esultanza. Chi ci aveva difeso aveva vinto! Governavano addirittura insieme, cosa avremmo potuto sperare di meglio?! 

Tavoli tecnici, telefonate, chat di lavoro, discussioni, tensioni, amicizie e incomprensioni.

I contatti politici. Le collaborazioni, lo studio infinito. L’essere presa sul serio..perchè, seppur non fossi una legale, la mia capacità di analizzare oggettivamente le situazioni veniva finalmente riconosciuta.

I “ci siamo quasi”. Gli impegni a risolvere. Le rassicurazioni, -Toglieremo l’obbligo-. Le anticipazioni. 

L’illusione. 

Un DDL 770 a tratti da spingere, a tratti da affossare.

Circolari che arrivavano a mettere confusione e che avrebbero dovuto risolvere, aiutare.

Il provarci e riprovarci, senza sosta. 

L’incoraggiarsi a vicenda per non mollare.

Gli incontri politici. 

Seguire il leader di un partito che prometteva a parole e poi non faceva i fatti.

Cercare di intercettare quelli nati sul web e dai banchetti per strada che improvvisamente si erano chiusi nel palazzo.

La digos che impara a conoscerti e comincia ad aiutarti.

E’ passato un anno e ancora non si dorme. Serate d’estate spese in posti improbabili per poter avere incontri politici in cui spiegare, chiedere di intervenire, chiedere una prova.

Ad agosto 2018 cade il Governo e con esso tutte le nostre speranze.

Pochi baluardi dall’interno resistono, si mettono di traverso. Vigilano sulla situazione. Poi il silenzio.

Negli asili si sta in trincea.

TU, piccolo mio, credi che quel dannato cellulare sia un’estensione naturale del mio braccio….ma facciamo di tutto, riuscendoci, perchè in casa (non mi spiegherò mai come abbiamo fatto) non percepiste nulla. Voi del resto, tu e tua sorella, non sapete nulla. Nemmeno oggi.

Il tempo passa. 

Dall’asilo nessuna richiesta. 

Io dormo con un occhio sempre aperto. Dare per scontata la tua frequenza è l’errore più grande che potessi fare.

Scappare dal postino per evitare raccomandate e poi far recapitare la posta altrove. Giacenze studiate. Comunicazioni mirate con ASL chiedendo informazioni legittime. Botta e risposta interrotti e più ripresi. 

Io sono in attesa di riscontro, anche oggi.

Strategia vincente che ci ha permesso di avere un iter ancora aperto dopo 4 anni.

Nessuna multa, perchè qualcuno ha trattato, nel dietro le quinte, perchè Regione Lombardia non ne facesse.

“tuttiascuola” e “nessunoescluso” sono stati il mio cavallo di battaglia, la mia firma identificativa per tantissimo tempo ed ho sempre lavorato perchè il maggior numero di bambini potesse frequentare legittimamente l’asilo.

Parlando con persone che mi sono state vicine nel periodo più intenso di questa battaglia di civiltà abbiamo convenuto come avremmo potuto scrivere un’enciclopedia se avessimo raccontato tutto quello che era successo. 

Gli aneddoti. I retroscena. Le persone conosciute. Le ore, i giorni, i mesi di tribolazione e partecipazione attiva.

Da un anno e mezzo il COVID, in un attimo, ha costretti ad un #tuttiacasa ma nemmeno in questo caso abbiamo mollato. 

Cm dopo cm ho creato un ambiente vivibile per farti vivere l’asilo a pieno, fino in fondo.

Fino ad oggi che ricevi il tuo diploma.

4 anni intensi.

Potessi tornare indietro rifarei tutto nello stesso modo?

Siamo quello che siamo stati ed ogni esperienza mi ha fatta diventare la persona che sono oggi.

Non rinnego nulla e posso dire di avere vinto. 

HO VINTO. 

Con le unghie e con i denti, ti ho difeso. Pancia a terra con spalle diventate troppo larghe in poco tempo.

Ringrazio te. Per avermi acciuffata per i capelli ed avermi dato una prospettiva per cui lottare. Anche se i nostri rapporti si sono attualmente interrotti io ti porterò sempre nel cuore.

Ringrazio te. Una volta ti ho definita “squalo”. Non so se sono mai riuscita a farti capire cosa intendessi. Grazie per avermi insegnato a guardare sempre la luna come obiettivo fisso, senza guardare il dito.

Ringrazio te. Compagno di tante incursioni politiche. Marito per finta. La tua adrenalina è stata la mia, le vibrazioni e l’energia le stesse. Ci ritroveremo. Non siamo molto lontani.

Ringrazio te. Per esserci da tempo nonostante le turbolenze. Per la tua ammirazione nei miei confronti. Per la tua Amicizia. Per l’onore di avermi dedicato le prime uscite “per cui valeva la pena lasciare qualche ora la famiglia”.

Ringrazio te. Tu che legale lo sei per davvero. Perchè mi hai insegnato che la libertà viene prima di tutto. Perchè la tua determinazione mi è stata d’esempio. Perchè la tua fiducia ed i tuoi complimenti mi riempiono d’orgoglio. Collega.

Ringrazio te. Che ci sei per tutti quelli che ti chiedono aiuto e che sei un uomo d’oro. Spesso, troppo spesso, i giusti e chi sa dire di NO non fanno carriera. Tu non sei un “Yesman“. Hai un cuore immenso. Mi hai aiutata più volte. Ti guarderò le spalle.

Ringrazio te. Che scrivi di libertà in un giornale che non tratta di libertà e che mi hai insegnato, con l’esempio, ad essere riflessiva e pacata, come sei tu.

Grazie a te. Le nostre cene in cui non volevo parlare di nulla, per staccare. I miei silenzi, le incomprensioni. Le telefonate in cui restavo senza aria. L’aria che hai ricominciato a respirare. Presenza costante. Reciproco supporto. Tu. La mia consulente d’immagine.

 Grazie a te. Che hai saputo andare oltre la corazza e, anche se tardi, ti sei concessa la possibilità di scoprirmi. Per permettermi di esserti amica. BO20 del mio cuore.

Grazie agli amici della Romagna, cuore pulsante di questa battaglia di civiltà e i più duramente colpiti.

Grazie a te. Bresciana trapiantata al Mugello. Perché come me sei riuscita ad uscire dagli schemi e non hai mai, MAI, mollato.

Grazie a te, senatrice del mio cuore. Perché talvolta hai sopportato la mia disperazione travestita da composta aggressività e perché sei rimasta e ancora ci sei.

Grazie a chi mi ha seguita in questi anni.

A chi mi ha dato fiducia. 

A chi mi ha ammirata.

A chi si è fidato di me.

Grazie a te, piccolo mio, che mi hai scelto come mamma.

#nessunoescluso

#tuttiascuola