Oggi procediamo sulla via del tempo in balia del progresso tecnologico, senza alcun riguardo per i bisogni elementari del nostro corpo e della nostra anima. Sebbene calati nella materia crediamo di esserne indipendenti. Vogliamo ignorare che, per sopravvivere, non dobbiamo comportarci secondo i nostri capricci, ma nel modo richiesto dalla struttura delle cose e di noi stessi. È in questo errore che l’umanità civilizzata sprofonda da molti secoli.
La storia della nostra emancipazione morale e del nostro abbandono del senso del sacro si confonde con quella della disobbedienza alle leggi essenziali della nostra natura. Considerare, ad esempio, il profitto come fine specifico dell’esistenza ha arbitrariamente ridotto il campo delle attività umane. Non è possibile limitare i nostri sforzi all’esclusivo conseguimento di vantaggi materiali, senza restringere la nostra personalità. L’Homo oeconomicus non è una creazione della natura, ma del liberalismo e del marxismo. L’essere umano non è costruito unicamente per produrre e consumare; fin dall’inizio della sua evoluzione, ha dato prova di amore per la bellezza, di senso religioso, di curiosità intellettuale, di immaginazione creatrice, di spirito di sacrificio e di eroismo. Ridurre l’uomo alla sua attività economica equivale dunque ad amputarlo di una parte di se stesso.
Il liberalismo ed il marxismo violano quindi, entrambi, delle tendenze fondamentali della natura.
A. Carrel