di Marco Cosentino
Oggi qui sul social ho incrociato l’ennesima persona che usa l’argomento dei “miliardi di inoculazioni” per certificare la sicurezza dei vaccini covid. Competente, abbastanza garbato, addirittura coinvolto in studi clinici sui vaccini a RNA. Ma il malinteso resta tale. Ed è di importanza cruciale rendersene conto.
Banale ricordare quanto ci volle per scoprire i danni per la salute provocati dall’amianto o dal fumo di sigaretta.
Il talidomide venne usato in mezzo mondo per anni prima che fosse identificato come causa di (decine di?) migliaia di casi di focomelia.
Per dire che a nulla vale l’esposizione di tante persone a una determinata sostanza, se questa esposizione non è accompagnata da adeguati studi. Causasse, ad esempio, un decesso su 1.000 (che è una proporzione ENORME: 1.000 decessi ogni milione) vorrebbe dire circa un deceduto per ogni medico di base, che non sapendo cosa cercare, tanto più in un clima che lo induce a convincersi che non c’è NULLA da cercare, non si accorgerebbe di niente.
Ancor più vero se si considera che di questi vaccini, in particolare a RNA e anche DNA/vettore, nessuno sa con precisione come funzionino. Persone anche esperte son ancora oggi convinte che il farmaco resti nel sito di iniezione, quando è invece ormai certo che si diffonde in tutto l’organismo e nessuno sa dire dove in ciascun individuo si localizzi, quanta spike si produca e per quanto tempo. Un recente studio ha mostrato la spike vaccinale nei linfonodi dei vaccinati 60 giorni dopo l’inoculo. Sessanta giorni, solamente perché non hanno studiato oltre. Mentre la farmacovigilanza non correla più nulla oltre qualche settimana.
Per dire che c’è ancora tantissimo da capire, e che questi prodotti andrebbero studiati molto più attentamente di quanto si sia fin qui fatto. Nell’interesse di tutti, per un loro uso migliore e consapevole.
Noi lo dicemmo oltre un anno fa. Sembra ieri. Anche perchè ancora oggi ne sappiamo più o meno come allora. E il fatto di aver inoculato tante persone non vuol dire nulla. O forse vuol dire solo che fin qui abbiamo perso un’infinità di occasioni per renderci conto di cosa stiamo realmente facendo.