QUELL’AGOSTO DEL 1971…

da | Giu 26, 2022 | Home, L'altra storia

Di Marcel Lo Zingaro

Nell’agosto 1971 Gianni Agnelli si trovava in vacanza quando il pretore di Torino, Raffaele Guariniello, su denuncia dell’ex carabiniere Caterino Ceresa, dipendente Fiat dal 1953 e recentemente licenziato, durante la perquisizione nell’ufficio servizi generali FIAT, trovò 354.000 schede di operai – delle quali 151.000 del periodo 67/71 -.
Non erano normali schede di specializzazioni o altro, ma vere e proprie schedature personali e familiari; praticamente l’operaio perfetto per la Fiat doveva essere apolitico o comunque non di sinistra, frequentatore della parrocchia, poteva essere iscritto al Msi o a partiti monarchici o di centro.
L’inventore di questa schedatura è stato il massone ed ex presidente Fiat Vittorio Valletta.
Per effettuare le schedature ci si affidava sia ai servizi segreti, sia ai vigili urbani dei piccoli comuni, come pure delle parrocchie.
Il capo dei servizi di spionaggio Fiat era l’ex colonnello dell’aeronautica Mario Cellerino, pilota personale di Agnelli assunto nel 1965 unitamente a 20 ex carabinieri.
Cellerino col consenso del SID scambiava reciprocamente le informazioni. In sintesi i dirigenti Fiat avevano libero accesso agli schedari di polizia, carabinieri, SIOS, SID e Enrico Settermaier capo del SID di Torino, mandava regolarmente rapporto alla Fia,t dalla quale percepiva uno stipendio, come lui anche il capo ufficio ricerche economiche del Sifar, il colonnello Renzo Rocca, il quale era a dipendenza diretta Fiat e inviava regolarmente non solo tutta una serie di rapporti segreti, ma poteva effettuare schedature a basso costo utilizzando il personale di stato. Rocca poi morì “suicida” il 27 giugno del 1968.
Altro collaboratori esterni erano il questore di Torino Marcello Guida, ex carceriere di Sandro Pertini a Ventotene e implicato nel caso Pinelli, e Filippo de Nardis ( che poi venne nominato capo ispettore al Quirinale durante la presidenza di Giovanni Leone).
Infine, anche l’ufficio di collocamento di Torino accettava il nullaosta Fiat per le assunzioni.
Le schedature inoltre erano proseguite anche dopo l’approvazione dello statuto dei lavoratori.
Rientrato a Torino in tutta fretta Agnelli si affrettò a telefonare al presidente Saragat e al procuratore generale Colli. Quest’ultimo assunse a se il fascicolo e dopo averlo tenuto un mese nel cassetto lo inviò alla corte di cassazione a Roma, la quale per motivi di ordine pubblico trasferì il processo da Torino a Napoli, dove venne insabbiato dopo aver dichiarato segreto di stato i rapporti tra Fiat e NATO per quanto concerne alcune forniture di veicoli militari.