Su “La Verità” di oggi 15 aprile prosegue la maxi inchiesta sulla compravendita di mascherine da parte dell’Italia, attraverso l’ex commissario all’emergenza Domenico Arcuri, con super commissioni per gli intermediari.
La Guardia di Finanza indaga su un giro d’affari solo di provvigioni pari a 120 milioni, che sarebbero stati riconosciuti dai consorzi cinesi.
L’ipotesi è che parte di quei soldi possa essere stata investita in bond finiti in paradisi fiscali come le isole Cayman.
Nel verbale del 22 febbraio 2021, l’ex capo della Protezione Civile Angelo Borrelli afferma: “Noi abbiamo addebitato pagamenti, su indicazione del commissario, sui conti correnti delle donazioni, in virtù di apposita norma contenuta nel decreto 18-2020 anche per le forniture ordinate da Arcuri. Su detto conto avevamo circa 180 milioni di euro di donazioni”.
Considerato che il 40% dei fondi spesi nel 2020 per l’emergenza è servito per saldare il conto da 1,25 miliardi presentato dall’imprenditore, ex giornalista Rai, Mario Benotti e soci, colpiti dal maxisequestro dello scorso anno, è legittimo il sospetto che parte del denaro delle raccolte fondi sia stato usato per pagare quei “dispositivi di protezione” con prezzo speculativo esorbitante e le provvigioni alle società collegate.
Inoltre, parte degli oltre 120 milioni di provvigioni riconosciute dai consorzi cinesi ai broker (che secondo alcune mail degli stessi broker potrebbero essere in realtà anche oltre 200 milioni) probabilmente, secondo il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, potrebbe essere stata investita alle Cayman e in altri paradisi fiscali.
Infatti, sono stati ricostruiti i flussi di denaro relativi alle provvigioni percepite dal banchiere sammarinese Daniele Guidi attraverso la Bgp partners di Hong Kong.
Nel pc del manager le Fiamme gialle hanno trovato tre fogli denominati «Bond Usd», «Bond Eur» e «Bond Cny», tutti «indicativi di potenziali investimenti fatti da Guidi in prestiti obbligazionari, per complessivi 1.294.090,37 euro» e che «verosimilmente» sarebbero stati fatti «utilizzando la provvista rinveniente dalle provvigioni riconosciute dai noti consorzi cinesi, alla Bgp», la società di Hong Kong riferibile, secondo gli investigatori, allo stesso Guidi e ai suoi due soci, Stefano Beghi e Ivano Poma.
I finanzieri spiegano che in quei documenti si parla di sei bond, tutti emessi da società con sede in Paesi offshore, tranne quello del Credite agricole da 311.000 euro. Per gli investigatori Guidi l’1 settembre 2020 avrebbe investito 170.000 euro nell’obbligazione «New Metro Global Ud 6,5% 23apr2021», dell’omonima società con sede a Road Town, minuscola capitale di Tortola, lussureggiante atollo caraibico delle Isole Vergini britanniche, meta invernale dei crocieristi europei.
Tortola oltre alle spiagge sembra anche offrire investimenti molto vantaggiosi, visto il super rendimento garantito in soli sette mesi, a voler considerare come data di scadenza quella indicata nel nome del file.
In effetti agli investigatori risulta che il titolo sia stato liquidato proprio il 23 aprile 2021, «sebbene non sia stato possibile identificarne compiutamente i sottoscrittori, ne quantificare il premio percepito per l’investimento».
Quel che sappiamo è che la società emittente ha sede in una palazzina bianca di due piani vicina al porticciolo. Azionista di riferimento della ditta è la Standard chartered plc, «holding operante nel settore bancario».
Ma anche alle Cayman il banchiere sembra aver trovato obbligazioni assai fruttuose, collegate a tre società di George Town, tutte con indirizzi finiti nei Panama papers. Il bond «Time China hldg Ud 6,25% 17Jan21», acquistato sempre l’1 settembre per 169.000 euro, pare offrire guadagni quasi identici a quelli delle Isole Vergini, ma in ancora meno tempo. A emetterlo un’immobiliare con sede nella capitale George Town. Anche in questo caso il titolo è stato liquidato alla data indicata nel nome del file.
L’azionista di riferimento, nonché executive chairman, è il cinese Chiu Hung Shum.
Nei file scovato nel computer di Guidi si trova traccia di altri due bond targati Cayman acquistati attraverso il conto della Bgp: quello da 283.700 del «Cifi Holdings Group 5,85% 19aug2023» di un’impresa edile con a capo un certo Zhong Lin, e un altro da 172.600 della «Central Chn Real Estate 6,75% 8nov2021», immobiliare amministrata da tal Po Sum Wu.
Per un quinto bond, il «Greenland Glb lnvest 7, 125% 20mar2021» i finanzieri annotano che «non è stato possibile identificare compiutamente la società emittente» dell’investimento da 186.000 euro. Nel suo verbale Borrelli ha raccontato anche di aver ricevuto, nel marzo 2020, da una collaboratrice di Arcuri, Silvia Fabrizi, un elenco di aziende estere che si erano proposte attraverso canali diplomatici per fornire dispositivi di protezione.
La missiva indica le istruzioni per l’uso: «Ne stanno parlando in diretta ad (probabilmente Domenico Arcuri, ndr) con Conte e Di Maio. Questa è la lista del ministero Affari esteri e cooperazione internazionale. Ve la inoltro ovviamente per tutti gli approfondimenti del caso. L’ho anche girata a Emergenza coronavirus. Chiedono a noi di fare un check rispetto a chi è stato contattato e chi no, al fine di ottimizzare gli sforzi».
Allegato alla missiva un elenco lungo 26 pagine di aziende di 55 Paesi del mondo. A dire il vero, non compaiono ditte né delle Cayman, né delle Isole Vergini. E tra i 19 fornitori cinesi non sono presenti i tre prescelti dal commissario per la maxi commessa da 1,25 miliardi di euro.
Fonte Eventi Avversi