Non vi è società se non nel vincolo di solidarietà e rispetto che lega il simile al simile. Non vi è società se non nel reciproco riconoscimento della dignità dell’altro, che si esprime nel suo diritto a decidere di sé, del proprio corpo e della propria felicità e realizzazione. Non esiste una società del ricatto, della discriminazione, del sopruso: esiste un’unica società, ed è quella in cui il prossimo è oggetto di considerazione e di cura, e non di diffidenza e rancore.
Chi, in questi anni di “pandemia”, ha incitato l’odio, fomentato il disprezzo, alimentato la divisione, ha scelto di essere nemico della società. Chi ha allontanato il prossimo, lo ha deriso per le sue scelte, lo ha insultato per la sua perseveranza, ha rinunciato a vivere con gli altri. Rinchiusi nella solitudine condivisa della collettività atomizzata, quelli che un tempo furono fratelli, oggi sono estranei, domani forse nemici.
La società è preservata, nel presente e per sempre, solo dove il vincolo sociale è confermato da un patto d’amore per la propria terra e per coloro che ne condividono le sorti.
A coloro che hanno la responsabilità di decidere di milioni di vite, dunque diciamo: ritornate sui vostri passi e ritrovate l’orgoglio di quella passione politica che forse vi animò nel principio. Ci fu un tempo in cui forse credevate anche voi a valori come la giustizia, la verità e la bellezza. Ci fu un tempo in cui forse pensavate, con l’idealismo e l’ingenuità tipici della gioventù, di poter contribuire a edificare la casa comune in nome di una visione alta e nobile.
Guardatevi adesso: state rinunciando alla civiltà per edificare una nuova epoca dell’inumano e della barbarie, di cui senz’altro le vostre madri e i vostri maestri si vergognerebbero.