THE LANCET: I vaccini Covid aumentano il rischio di decessi correlati al cuore fino al 50%

da | Apr 13, 2022 | Eventi Avversi, Home

Uno studio preprint (non ancora peer-reviewed) sulla prestigiosa rivista The Lancet ha analizzato i dati di mortalità degli studi sui vaccini e ha fatto la scioccante scoperta che i vaccini a mRNA non hanno avuto “alcun effetto sulla mortalità complessiva”.

Peggio ancora, ha rilevato che il rischio di mortalità non Covid e non incidente è effettivamente aumentato del 17% (rischio relativo 1,17, intervallo di confidenza al 95% (CI) 0,67-2,05). Inoltre, il 50% dei decessi non Covid (27 su 54) sono stati di natura cardiovascolare e il rischio relativo di tale morte era superiore del 45% nei vaccinati (rischio relativo 1,45, IC 0,67-3,13), al 50% in più per Pfizer e al 40% in più per Moderna (con ampi intervalli di confidenza).

Questi sono risultati chiaramente allarmanti. Ma passano stranamente inosservati sul giornale. Ciò è presumibilmente dovuto al fatto che gli autori sono cauti nel criticare i vaccini per evitare di non essere pubblicati, cosa che abbiamo più volte riscontrato di recente.

Mentre i risultati non sono, in questo studio, statisticamente significativi, la dimensione dell’effetto è importante e nel contesto di preoccupazioni più ampie sugli effetti avversi dei vaccini a mRNA sul sistema cardiovascolare, meritano qualche commento se non altro per segnalarli e chiedere studi più ampi.

Il focus del documento è invece sulla sorprendente scoperta che i vaccini vettori di adenovirus (ad esempio AstraZeneca e J & J) sembrino ridurre significativamente la mortalità complessiva. Più sorprendentemente, ci sono zero morti cardiovascolari nel gruppo del vaccino contro cinque nel gruppo placebo. Il rischio relativo di morte non incidente e non Covid è inferiore del 62% nel gruppo vaccinale rispetto al gruppo placebo (rischio relativo 0,38 CI 0,17-0,88). La mortalità complessiva è diminuita del 63%.

Gli autori notano che sembra che i vaccini vettori di adenovirus “forniscano una protezione significativa” contro le malattie cardiovascolari, ipotizzando che il vettore dell’adenovirus, sebbene non in grado di replicarsi, “possa innescare il sistema immunitario in un modo simile a un vaccino ‘vivo’”. Come questo possa proteggere dalle malattie cardiovascolari non è spiegato.

Non è davvero chiaro quanto seriamente gli autori prendano la scoperta che i vaccini vettori di adenovirus possano ridurre la mortalità complessiva di quasi due terzi, o se (fantasiosamente) abbiano escogitato un modo elaborato per farci conoscere i dati devastanti sui vaccini a mRNA, bypassando la censura.

La conclusione principale del documento è che, date le notevoli proprietà curative generali di un tipo di vaccino ma non dell’altro, l’impatto complessivo dei vaccini sulla mortalità dovrebbe essere studiato molto più da vicino.

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