Un grazie commosso va agli insegnanti sospesi e demansionati.
Grazie per la fortezza, grazie per l’esempio, grazie per la coerenza.
Siete stati troppo pochi per cambiare le cose, ma ognuno di voi ha lasciato il segno nel grande libro della Storia.
E ora veniamo a noi. Secondo i dati ufficiali, per quanto possono essere attendibili, sono 6,8 milioni gli zero dose. Considerato che questa cifra conta anche i minori, ne basterebbe comunque 1 milione per bloccare il paese.
1 milione di persone che non va al lavoro, che non paga tasse, che non va dove chiedevano il greenpass, che non usa servizi.
Provate a immaginare quanto possono reggere un urto del genere. Certo si scatena il caos, e ci vogliono gli attributi per sostenere lo scontro sociale. La cosa ha un prezzo anche a livello personale perché significa accettare che le proprie certezze materiali e non solo non sono più tali. È questa è la nota dolente.
Non ci sarà un fine emergenza e un ritorno alla normalità. Perché non c’è nessuna emergenza. C’è un piano per istituire la società del controllo, un passo alla volta.
Cercare escamotage e tollerare compromessi in attesa di un qualche salvatore è una strategia perdente. Non perché lo dice qualche pazzo. Lo dice la realtà sotto i nostri occhi.
Per avere la libertà bisogna entrare in crisi ed essere disposti potenzialmente a perdere tutto.
Non si può piangere solo quando le cose ci vengono addosso. Occorre pianificare quando c’è calma apparente.
I nostri figli sono gli unici a cui è stata imposta la mascherina fino a giugno e non è previsto di toglierla a settembre.
La colpa non è di Bianchi.
La responsabilità è nostra.